Momenti di tensione durante l’udienza davanti al tribunale di Novara
L’azienda richiede 60 giorni di tempo, provocando la protesta dei lavoratori
Il giudice: “Entro 48 ore la decisione sul commissario straordinario”
L’annuncio di Letta: “Aspettiamo i verdetti, slitta il vertice di Palazzo Chigi”
di SALVATORE MANNIRONI
Ancora 48 ore. I settemila lavoratori del gruppo Phonemedia dovranno attendere altri due giorni per sapere se un commissario straordinario potrà occuparsi dei loro cinque mesi di stipendio arretrati. Nell’udienza davanti al tribunale di Novara, come temevano i sindacati, il gruppo Omega si è infatti presentato con una proposta di concordato preventivo – la stessa strategia già messa in campo nella vicenda Agile ex Eutelia – e la richiesta di sessanta giorni di tempo per poterla articolare nel dettaglio, lasciando intendere di voler lavorare a possibili cessioni di ramo d’azienda.
Sono bastate quelle poche parole dei legali dell’azienda a far saltare il tappo e la rabbia degli operatori che a centinaia da Novara, Gaglianico, Ivrea, Trino Vercellese e Monza, dopo un corteo per le strade della città,presidiavano il tribunale. Il “no” urlato ad alta voce e le grida dei lavoratori presenti hanno spinto il presidente a minacciare di far sgombrare l’aula e attimi di tensione ci sono stati anche all’esterno. A rappresentare il gruppo che da settembre ha rilevato la proprietà di quello che un anno fa era un colosso dei contact center e che ora è ridotto a un fantasma, c’erano gli avvocati. L’amministratore, Claudio Marcello Massa, ha inviato un certificato medico per giustificare la sua assenza per motivi di salute.
Il tribunale ha preso atto delle istanze di insolvenza e della richiesta dell’azienda alla quale non ha però concesso il tempo richiesto, rinviando la decisione di sole 48 ore.
Netto il no della Cgil all’ipotesi del concordato preventivo: “Noi chiediamo il commissariamento e semmai in subordine il sequestro cautelativo- spiega Riccardo Saccone, della segretaria nazionale Slc – Abbiamo ribadito la richiesta di estromissione dall’azienda della proprietà poiché non c’è alcuna affidabilità né garanzia da parte della proprietà stessa. Confidiamo nel tribunale”.
“Hanno chiesto un mese e mezzo di tempo per fornire la documentazione – ha aggiunto Tommaso Ferlinghetti, della Cisl nazionale -: un tempo esagerato”. La priorità per i lavoratori è un’amministrazione straordinaria che, perlomeno, avvii le pratiche per poter attivare da subito agli ammortizzatori sociali e tentare di recuperare da Omega gli arretrati, stipendi, contributi, quote tfr e quant’altro non è stato più versato da settembre a oggi.
Il rinvio delle decisioni dei tribunali sui casi Agile ex Eutelia e Phonemedia ha causato anche lo slittamento del vertice in programma per domani a Palazzo Chigi. Il sottosegretario Gianni Letta ha fatto sapere che si attenderanno le prime decisioni dei tribunali prima di riconvocare il tavolo di settore. I rinvii preoccupano, sia perché le commesse si allontanano, sia perché nel frattempo il gruppo Omega, accantonati stipendi e annunciati piani di rilancio, sta portando avanti iniziative sui singoli call center. A Pistoia è avviata una trattativa per il centro Answers che dovrebbe essere ceduto con la formula dell’affitto di ramo d’azienda alla società Call & call (gruppo Costamagna).
A Catanzaro, invece, proprio ieri mattina è partita, tramite Confindustria Calabria, un’iniziativa con la Regione per attivare la cassa integrazione in deroga. Il sindacato auspica più una soluzione di gruppo affidata a un commissario straordinario, una persona super partes che congeli anche i conti per evitare il rischio che l’azienda incassi gli introiti delle commesse e scarichi sullo stato i costi sociali e il peso degli ammortizzatori sociali.
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